Il giorno di Natale, in uno sperduto paesino di montagna sommerso come ogni anno da una fitta coltre di neve, accade un fatto sconvolgente: mentre la gente si dispone a mettere da parte i rancori, cercando di essere più buona almeno per le festività, le statuine di Gesù Bambino scompaiono misteriosamente da tutti i presepi. Le prime ad accorgersene sono tre madri di famiglia che, indignate, accusano i figli del furto. Quando però si sparge la voce che l'inquietante fatto non ha colpito solo quel borgo ma addirittura il mondo intero, la rabbia cede il posto al panico. Cosa può nascondersi dietro a un evento così assurdo e angosciante? L'umanità ha disperatamente bisogno di risposte. Teologi e satanisti, esperti e millantatori si lanciano in teorie e ipotesi. Non si arrendono di fronte a nulla, l'importante è individuare un colpevole. Ma la ricerca sembra essere destinata a non avere fine. Eppure basterebbe sottrarsi alla frenesia e riflettere per un momento in silenzio per rendersi conto che quel mistero ci coinvolge tutti. Se solo avessimo il coraggio di guardare dentro ai nostri cuori e interrogare le nostre coscienze...
“La gente si era preparata a trascorrere il Natale nel miglior modo possibile, soprattutto era disposta a metter via i rancori cercando, per quindici giorni, di essere migliore. Senza ovviamente il proposito di fare i buoni tutto l’anno. Per fare i buoni, bastava e avanzava il periodo natalizio, poi si potevano riavviare odi e ripicche, rancori e vendette, come succede in tutti i paesi del mondo, anche in quelli senza neve.”
“Nonostante fosse inverno e nevicasse, in chiesa c’erano fiori in ogni dove, collocati ordinatamente in grandi vasi. Erano magnifici, i colori vivi, i petali procaci. Ma bastava tastarli con un polpastrello per scoprire che erano plastica.
“La folla è molto propensa a far fuori i colpevoli. Anche se solo indiziato o sospettato, un qualsiasi derelitto rischia grosso. La folla non ha bisogno di prove. La folla ha bisogno di sangue.”
“Ma gli uomini non riflettono. Quando si tratta di cercare la verità preferiscono sospettare qualcuno. La riflessione potrebbe deluderli presentando un colpevole non gradito. Il sospetto, invece, li agevola: possono pensare a chiunque, soprattutto a qualche antipatico di loro conoscenza. Tutto ciò gratifica l’animo vendicativo rendendo ciechi. Perché gli uomini vorrebbero il colpevole che fa comodo, non quello vero.”