venerdì 1 dicembre 2023

Una lacrima color turchese - Mauro Corona

Una lacrima color turchese
Mauro Corona
Mondadori, 2014

Il giorno di Natale, in uno sperduto paesino di montagna sommerso come ogni anno da una fitta coltre di neve, accade un fatto sconvolgente: mentre la gente si dispone a mettere da parte i rancori, cercando di essere più buona almeno per le festività, le statuine di Gesù Bambino scompaiono misteriosamente da tutti i presepi. Le prime ad accorgersene sono tre madri di famiglia che, indignate, accusano i figli del furto. Quando però si sparge la voce che l'inquietante fatto non ha colpito solo quel borgo ma addirittura il mondo intero, la rabbia cede il posto al panico. Cosa può nascondersi dietro a un evento così assurdo e angosciante? L'umanità ha disperatamente bisogno di risposte. Teologi e satanisti, esperti e millantatori si lanciano in teorie e ipotesi. Non si arrendono di fronte a nulla, l'importante è individuare un colpevole. Ma la ricerca sembra essere destinata a non avere fine. Eppure basterebbe sottrarsi alla frenesia e riflettere per un momento in silenzio per rendersi conto che quel mistero ci coinvolge tutti. Se solo avessimo il coraggio di guardare dentro ai nostri cuori e interrogare le nostre coscienze...

Citazioni:

Quando s’avvicina il Natale, precisamente verso il primo dicembre, ci disponiamo tutti alla bontà. O meglio, a essere più buoni, perché buoni siamo convinti di esserlo già.

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La gente si era preparata a trascorrere il Natale nel miglior modo possibile, soprattutto era disposta a metter via i rancori cercando, per quindici giorni, di essere migliore. Senza ovviamente il proposito di fare i buoni tutto l’anno. Per fare i buoni, bastava e avanzava il periodo natalizio, poi si potevano riavviare odi e ripicche, rancori e vendette, come succede in tutti i paesi del mondo, anche in quelli senza neve.

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Nonostante fosse inverno e nevicasse, in chiesa c’erano fiori in ogni dove, collocati ordinatamente in grandi vasi. Erano magnifici, i colori vivi, i petali procaci. Ma bastava tastarli con un polpastrello per scoprire che erano plastica.
Però facevano bella figura e non erano per niente fuori posto né fuori tempo. Vista la marea di finzioni e buonismo fasullo che accompagnano il perbenismo natalizio e vista l’indifferenza verso chi non ha niente per campare che regnavano in quel paese di bigotti, i fiori falsi non erano affatto fuori luogo.

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La folla è molto propensa a far fuori i colpevoli. Anche se solo indiziato o sospettato, un qualsiasi derelitto rischia grosso. La folla non ha bisogno di prove. La folla ha bisogno di sangue.

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Ma gli uomini non riflettono. Quando si tratta di cercare la verità preferiscono sospettare qualcuno. La riflessione potrebbe deluderli presentando un colpevole non gradito. Il sospetto, invece, li agevola: possono pensare a chiunque, soprattutto a qualche antipatico di loro conoscenza. Tutto ciò gratifica l’animo vendicativo rendendo ciechi. Perché gli uomini vorrebbero il colpevole che fa comodo, non quello vero.




sabato 11 novembre 2023

La lunga marcia - Stephen King

La lunga marcia
Stephen King
trad. Beata Della Frattina
Sperling & Kupfer, 2013

Dal confine con il Canada fino a Boston a piedi, senza soste. Una sfida mortale, con un regolamento implacabile, per cento volontari: un passo falso, una caduta, un malore, e si viene abbattuti. Ma chi riesce a tagliare il traguardo otterrà il Premio. Lungo il terribile percorso, scandito dagli incitamenti della folla, fra i partecipanti si creano rapporti di sfida, di solidarietà e di lucida follia... Il ritratto di un'America cinica e spietata.
 


Citazioni:

Pensava che i ricordi erano come una riga tracciata nella polvere. Più indietro si andava più era difficile distinguerla. Finché non c'era che sabbia liscia e il buco nero del nulla da cui uno era uscito. In un certo senso i ricordi erano come la strada. Era lì, reale, tangibile. Ma la strada percorsa, la strada delle nove di mattina era lontana, indistinta.

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Quando la vita è in pericolo si è capaci di tutto, pensò.

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Il buio. Maledetto buio. Aveva l'impressione di esserci stato sepolto vivo. Murato. Mancava un secolo all'alba. Molti non l'avrebbero vista. Non avrebbero più visto il sole, sepolti per sempre nel buio.

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Sicura come la morte e inevitabile come le tasse.

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Pensava che più si prolunga il silenzio più è difficile romperlo.

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Lasciarsi andare lentamente, perdere a poco a poco conoscenza, addormentarsi e svegliarsi morto.”


martedì 31 ottobre 2023

Il popolo dell'autunno - Ray Bradbury

Il popolo dell'autunno
Ray Bradbury
trad. Remo Alessi
Mondadori, 2013

Green Town, anonimo centro dell'Illinois. Manca una settimana alla festa di Halloween, quando la sonnacchiosa cittadina viene sconvolta da un "carnevale nero" scatenato da un circo misterioso che sembra promettere l'avverarsi di tutti i desideri e l'eterna giovinezza. Saranno due amici tredicenni, James Nightshade e William Halloway, a sconfiggere le forze del Male e a riscattare le anime dell'intera comunità. Ma impareranno fin troppo presto a fare i conti con i propri incubi. Capolavoro della moderna letteratura gotica, Il popolo dell'autunno rivela al lettore, attraverso lo sguardo libero e curioso dei bambini, tutta la maturità di uno dei massimi scrittori contemporanei di fantascienza.


Citazioni:

Come tutti i ragazzi, non si recavano in un luogo camminando: citavano una mèta e vi si dirigevano come fulmini. Non vinceva nessuno. Nessuno dei due voleva vincere. Era la loro amicizia che li induceva a correre sempre uno accanto all’altro.

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Dio, noi mettiamo le dita nell’argilla altrui. Questa è l’amicizia: ciascuno fa il vasaio per vedere quali forme può fare assumere all’altro.

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Quando i fiumi straripavano, quando dal cielo pioveva fuoco, che posto splendido era la biblioteca, con le sue sale, i suoi libri. Se eri fortunato, nessuno riusciva a trovarti. Come era possibile, se tu eri nel Tanganika, nell’anno 1898, al Cairo, nel 1812, a Firenze nel 1492?

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Il male ha solo il potere che noi gli diamo.

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La Morte è importante? No! Ciò che conta è quanto accade prima della Morte.

domenica 24 settembre 2023

Cinque settimane in pallone - Jules Verne

 

Cinque settimane in pallone
Jules Verne
trad. Gustavo A. Marolla
Mursia, 1967

Samuel Fergusson, studioso ed esploratore, ha messo a punto un nuovo tipo di pallone aerostatico che per cambiare quota non ha necessità di rilasciare idroge no o di gettare in mare zavorra. Questo gli permette di affrontare viaggi anche molto lunghi. Quale progetto migliore, quindi, di recarsi in Africa, dove ancora nes suno è riuscito a collegare la parte orientale, raggiunta da Richard Francis Burton e John Hanning Speke, al Sahara occidentale, in cui si è spinto Heinrich Barth? Fergusson decolla da Zanzibar insieme al fido servito re Joe e all’amico Richard “Dick” Kennedy, cacciato re professionista. All’inizio tutto sembra procedere a meraviglia, anche perché la rotta è stata tracciata con estrema perizia, e i tre possono così dirigersi verso l’in cantevole lago Vittoria o alla ricerca delle vere sorgenti del fiume Nilo. Presto però iniziano a palesarsi le dif- ficoltà, perché talvolta il vento è capriccioso e in altri momenti occorre far fronte a condizioni ambientali difficili: può sempre capitare che un condor attacchi il pallone o che il caldo sia troppo soffocante, per esem pio. Senza dimenticare che le primitive popolazioni locali hanno usi molto diversi da quelli degli esplora tori... Tornare sani e salvi in Inghilterra, per i tre, non sarà così scontato.

Citazioni:

Bisogna considerare ciò che deve accadere come qualcosa di già avvenuto, e vedere nell’avvenire niente altro che il presente, perché l’avvenire non è che un presente un po’ più lontano.

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Sarà forse una noiosissima epoca quella in cui l’industria assorbirà a suo profitto ogni cosa. A furia d’inventar macchine, gli uomini ne verranno divorati! Io ho sempre immaginato che l’ultimo giorno del mondo sarà quello in cui qualche immensa caldaia, scaldata a tre miliardi d’atmosfere, farà saltare in aria il nostro globo!

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La morte, principio delle cose eterne, non è che la fine degli affanni terreni.

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Il caldo è una buona cosa, soprattutto d’inverno, ma d’estate non bisogna abusarne.

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 “Basta seguire gli avvenimenti e uno si trae sempre di impaccio! Il miglior partito, vedete, è di prender le cose come vengono!

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Perché, vedete, signor Kennedy, un cacciatore non sa bene che cosa sia una caccia se prima non è stato egli stesso oggetto di una caccia!

 

 

sabato 16 settembre 2023

Il traduttore del silenzio - Daoud Hari

Il traduttore del silenzio
Daoud Hari, Megan McKenna, Dennis Burke
trad. Annalisa Carena
Piemme, 2008

Daoud è nato in un piccolo villaggio di capanne, nel Darfur. Capanne rotonde, spaziose, con il tetto di erba che quando piove profuma di buono. E nonostante sia stato lontano anni, prima per studiare in città, poi per lavorare in Libia, Daoud l'ha sempre portato nel cuore. Tanto che, dopo varie e drammatiche vicissitudini, ha deciso di tornare a casa, facendo il percorso inverso a quello di milioni di profughi. Ha ritrovato la sua gente, suo padre e i suoi fratelli, in particolare l'amato Ahmed, appena prima di perdere tutto. Un giorno il villaggio è stato attaccato, le capanne bruciate e Ahmed è stato ucciso. L'ha sepolto Daoud con le sue mani, nella sabbia, prima di incamminarsi nel deserto con i sopravvissuti. Alle loro spalle, le colonne di fumo disperdono nell'aria le ceneri di case, alberi, e anche dei corpi dei vecchi che non hanno voluto o potuto andarsene. Lontane dalla ribalta del mondo, scene come questa accadono quotidianamente nel Darfur. In questa regione del Sudan tanto povera in superficie quanto ricca nel sottosuolo, si consuma da più di vent'anni un genocidio silenzioso e indisturbato, per mano dello stesso governo sudanese.

Citazioni:

Perché è inutile correre rischi per dare notizie, se poi chi le legge non agisce.

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... il miglior modo di seppellire il tuo dolore è aiutare gli altri e dimenticare te stesso in questo compito.

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Devi trovare il modo di sorridere un pochino ogni giorno, malgrado tutto, o il tuo cuore finirà per esaurire quella felicità che lo fa battere.

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Devi essere più forte delle tue paure se vuoi combinare qualcosa nella vita.
 
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Ribelli, soldati governativi, janjaweed, tutti per un motivo o per l’altro si sentono già morti, quindi tanto vale che facciano il loro lavoro – e per me era lo stesso.

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Quando passi del tempo con i britannici, cominci a trovare divertenti le cose più strane.

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Se il governo sudanese volesse davvero la pace, darebbe sicurezza alla popolazione. Finché attacca i villaggi o spinge altri a farlo, la gente si ribellerà e formerà nuovi gruppi.

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Ringraziai i ragazzi e loro accennarono un sorriso. Ne avevano passate di tutti i colori, ma erano ancora degli esseri umani.

domenica 10 settembre 2023

Una sera tra amici a Jinbocho - Satoshi Yagisawa

Una sera tra amici a Jinbocho
Satoshi Yagisawa
trad. Gala Maria Follaco
Feltrinelli, 2023

Tōkyō. A Jinbōchō, nel quartiere di librerie più grande del mondo, i giorni scorrono tranquilli. Nei vicoli lontano dal traffico, la gente passeggia curiosa tra centinaia di librerie, tutte diverse. Fumetti, cinema, libricini del periodo Tokugawa e perfino gatti: ce n’è per tutti i gusti, per la gioia dei lettori. Alla libreria Morisaki, un piccolo negozio a gestione familiare specializzato in letteratura giapponese moderna, pile di libri affollano gli scaffali fino a invadere ogni angolo del pavimento e, quando la campanella sopra la porta segnala l’arrivo di un cliente, dalla stanza al piano superiore fa capolino il proprietario, lo zio Satoru. Di recente, ad aiutarlo c’è la moglie Momoko, ma spesso si unisce anche la nipote Takako, nei momenti liberi dal suo lavoro. Per l’anniversario di matrimonio di Satoru e Momoko, la ragazza regala loro un viaggio romantico. Satoru è preoccupato per il negozio, ma lei si impegna a sostituirlo e a trasferirsi nella stanza sopra la libreria, come aveva già fatto in passato. Tornare a immergersi nell’atmosfera fuori dal tempo di Jinbōchō, con il suo panorama variopinto di habitué e di visitatori, sarà la spinta che le ci voleva. Per la prima volta dopo molto tempo, Takako è entusiasta della vita. Ma allora perché Satoru si comporta in modo così strano? E chi è la donna che lei continua a vedere nel caffè in fondo alla strada?
 
Citazioni:
 
 
Avevo tirato su un muro e ora stava a me demolirlo.

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Ancora pochi giorni e sarebbe arrivato l’inverno, mettendo fine alla mia stagione preferita. Ma non mi dispiaceva. Sapevo che la pace di quelle giornate non si sarebbe esaurita con l’inverno, né con la primavera o le successive stagioni. Le persone che amavo, i loro sorrisi, mi avrebbero accompagnato sempre.

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Gli esseri umani dimenticano qualsiasi cosa. Vivere equivale dimenticare. Tuttavia i nostri pensieri e le nostre emozioni rimangono con noi come i solchi disegnati dalle onde sulla sabbia.

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Tōkyō, una piccola libreria nel quartiere delle librerie.
Un posto pieno di semplici storie minuscole.
E pieno anche dei pensieri e delle emozioni di tante persone diverse.


 

sabato 20 maggio 2023

Ci proteggerà la neve - Ruta Sepetys

Ci proteggerà la neve
Ruta Sepetys
trad. Roberta Scarabelli
Garzanti, 2016

Il vento solleva strati leggeri di fiocchi ghiacciati. Joana ha ventun anni e intorno a sé vede solo una distesa di neve. È fuggita dal suo paese, la Lituania. È fuggita da una colpa a cui non riesce a dare voce. Ma ora davanti a sé ha un nuovo nemico: è il 1945 e la Prussia è invasa dalla Russia. Non ha altra scelta che scappare verso l’unica salvezza possibile: una nave pronta a salpare verso un luogo sicuro. Eppure la costa è lontana chilometri. Chilometri fatti di sete e fame. E Joana non è sola. Accanto a lei ci sono altre anime in fuga, ognuna dal proprio incubo, in viaggio verso la stessa meta. Emilia, una ragazza polacca che a soli quindici anni aspetta un bambino, e Florian, un giovane prussiano che porta con sé il peso di un segreto inconfessabile.

Citazioni:

Il destino è un cacciatore.

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Che cosa erano diventati gli esseri umani? Era la guerra a renderci malvagi o si limitava ad attivare il male latente dentro di noi?

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A volte vivere la vita è più istruttivo che studiarla.

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Se tu guardi con attenzione, mia cara, non avrai bisogno di domandare.

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Solo perché qualcuno bussa alla porta non significa che devi aprirla.

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Piangevo perché non avevo le scarpe finché non ho incontrato un uomo che non aveva i piedi.

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Sopravvivere aveva un prezzo: il senso di colpa.

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La guerra aveva fatto sbiadire tutti i colori, lasciando solo un’esplosione di grigio.

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Proprio quando pensi che questa guerra ti ha portato via ogni cosa che amavi, incontri qualcuno e ti rendi conto che, chissà come, hai ancora molto da dare.

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Che stupidi siamo a credere di essere più potenti del mare o del cielo! Osservai dalla zattera il bellissimo abisso inghiottire l’enorme nave d’acciaio. In un unico grande sorso.

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Ogni nazione ha una storia nascosta, innumerevoli racconti custoditi solo da coloro che l’hanno vissuta. Gli episodi di guerra vengono spesso esaminati e discussi in tutto il mondo da lettori le cui nazioni stavano su fronti opposti durante la battaglia. La storia ci divide, ma attraverso la lettura possiamo essere accomunati dai racconti, dallo studio e dal ricordo. I libri ci uniscono in una comunità globale di lettori e, cosa più importante, in una comunità globale di persone che cercano di imparare dal passato.
Che cosa determina il modo in cui noi ricordiamo la storia e quali elementi vengono preservati per penetrare nella coscienza collettiva? Se i romanzi storici risvegliano il vostro interesse, andate in cerca dei fatti, dei racconti, delle memorie e delle testimonianze personali disponibili. Sono le spalle su cui si appoggiano le storie romanzate. Quando i sopravvissuti non ci saranno più, non dobbiamo permettere che la verità sparisca con loro.
Per favore, date loro una voce.